Le tecnologie digitali stanno trasformando la nostra vita. | In tutto il mondo è maturata la consapevolezza che il futuro sarà sempre più digitale. Si sono innescati cambiamenti epocali nei modi di produrre, amministrare, comunicare, fare cultura, vivere il tempo libero. Nell’economia, questo non solo genera nuovi mercati, modelli di business, aggregazioni e filiere, ma rovescia le regole del gioco fra mercati e imprese e fra esse e i sistemi socio-economici d’appartenenza. |
Le tecnologie digitali ci possono dare di più. | Le tecnologie digitali ci possono dare di più. È importante partecipare a sistemi sempre più integrati e veloci nelle interazioni, dove il digitale è tessuto connettivo e leva per cambiare, innovare, fare. Le imprese, le famiglie e le Amministrazioni italiane devono occupare il loro posto in questo nuovo scenario, ritrovando le energie che ci hanno contraddistinto e che oggi ci possono far rimanere fra i grandi del mondo. |
Dobbiamo investire nel nostro futuro digitale, per un’Italia diversa e migliore. | La possibilità che le grandi energie del nostro Paese si esprimano meglio, per realizzare una crescita più sostenuta, creare occupazione e benessere, è reale. Il digitale è alla base di ogni evoluzione in tal senso, in termini di inclusione, efficienza della Funzione Pubblica, capacità di valorizzare, condividere e riutilizzare risorse e investimenti a vantaggio dell’intero sistema. |
Abbiamo già una Strategia Digitale per il Paese: dobbiamo realizzarla. | La Strategia per la Crescita Digitale, varata dal Governo a marzo 2015, rilancia e integra quanto previsto dall’Agenda Digitale Italiana e delinea azioni in gran parte già condivise. Sono azioni che vanno realizzate con determinazione e in tempi brevi, guardando a quanto nel frattempo si sta muovendo. Il cambiamento è continuo. Incide sull’ordine delle priorità e sull’impatto di scelte che sono destinate a intrecciarsi sempre più con le politiche industriali e del lavoro. Assinform e Confindustria Digitale ritengono che ci siano aspetti che più di altri debbano avere priorità, perché più direttamente connessi a quanto può accelerare il cambiamento. |