Un mercato che ha sofferto, ma che si sta riprendendo. La digitalizzazione del Paese può essere accelerata. Il 2014 ha visto ancora un calo del mercato digitale italiano, ma a parte i servizi di telecomunicazione, gravati da assestamenti che vanno comunque a vantaggio dell’utenza, il resto del mercato è cresciuto del 2,1%. I progressi del cloud, dei contenuti digitali (+8,5%) e del software, con nuove soluzioni e applicazioni (+4,2%,) sono tangibili. E si è arrestata la caduta dei dispositivi e sistemi. Ci sono i presupposti perché la ripresa del mercato si manifesti apertamente nel 2015, dopo anni di calo, con tutte le premesse per irrobustirsi se favorita da scelte di governo e di impresa lungimiranti.
Una parte importante del “Made in Italy tecnologico”. Il settore ICT in Italia (comparto manifatturiero per la fabbricazione di apparecchi di telecomunicazione e di hardware IT e comparto dei servizi di telecomunicazione, consulenza IT, elaborazione software, web), conta oltre 75.400 imprese e 456mila addetti. Le imprese del settore sono mediamente più grandi (6 addetti contro una media nazionale di 3,7), ma più piccole delle omologhe francesi (7,3 addetti in media) e soprattutto tedesche (10,8), il che spiega perché produciamo rispettivamente 50% e 87% valore aggiunto in meno dei principali competitor continentali, pur con un numero di imprese paragonabile.
Nonostante ciò le nostre imprese raggiungono un buon grado di competitività, con un valore aggiunto per addetto nettamente superiore alla media nazionale delle imprese dell’industria in senso stretto (oltre 94mila euro contro circa 59mila) e solo leggermente inferiore a quello registrato in Francia (-3%) e Germania (-6%). Anche l’investment rate - la quota degli investimenti sul valore aggiunto - conferma la competitività delle nostre imprese ICT (10,3% come la Germania, anche se inferiore al 13,2% della Francia, che ha un sistema di crediti d’imposta a favore degli investimenti in innovazione ben radicato).
L’importanza del settore ICT italiano è confermata dal fatto che, con l’1,7% delle imprese e il 2,8% degli addetti, il valore aggiunto prodotto dal settore (oltre 43 miliardi) supera il 6,2% del valore aggiunto totale realizzato dalle imprese dell’industria e dei servizi: una quota tra le più alte nell’economia italiana. Relativamente alla distribuzione geografica il settore ICT italiano appare più concentrato al Nord dove è insediato il 57,4% delle imprese (con il 56,4% degli addetti). Le imprese ICT del Centro presentano però una dimensione più elevata: il 23,3% delle imprese impiega infatti il 34% degli addetti. Mentre al Sud e nelle isole il 19,3% delle imprese attive sul territorio nazionale copre solo il 9,7% degli addetti.

