La competitività si gioca sempre più sulla capacità di avvalersi di “ecosistemi digitali”. In essi gli operatori sono parte di reti dinamiche di collaborazione a tutti i livelli - imprese, PA, università, centri di competenza e di servizio - e interagiscono in modo ancora più esteso e spinto che nei distretti. Negli ecosistemi digitali si realizzano nuovi prodotti e servizi facendo leva su piattaforme digitali che permettono di scambiare dati e condividere servizi. Secondo gli analisti, entro il 2020 l’85% delle società leader saranno aziende con forti piattaforme digitali o inserite in contesti che le condividono.
I nuovi ecosistemi sono abilitati dall’intreccio di diverse tecnologie, dal cloud computing alle piattaforme social, IoT e mobili, e di quanto consente la fruizione flessibile delle risorse, la creazione di canali di interazione specializzati e collaborativi, l’accesso alle più diverse piattaforme applicative e di servizio. Per il loro decollo sono anche necessarie nuove professionalità ICT.
Chiediamo che le iniziative di politica industriale e per l’innovazione siano più sensibili alla rimozione degli ostacoli allo sviluppo degli ecosistemi digitali. È necessario che esse:
- convergano con le politiche formative e del lavoro a livello nazionale e locale per ridurre lo skill gap, promuovendo la formazione e la riconversione alle nuove professionalità ICT
- favoriscano la creazione di sistemi di servizi e piattaforme in cloud tramite incentivi specifici e mirati ad aree e filiere ad alto potenziale
- puntino ad aumentare la competitività della filiera del cloud basata in Italia promuovendo la standardizzazione, la certificazione delle soluzioni e la tutela delle informazioni e della proprietà intellettuale.
ASSINFORM e CONFINDUSTRIA DIGITALE continueranno a studiare gli ecosistemi digitali, a sostenere le iniziative volte a svilupparli, a diffondere le conoscenze al riguardo e correlarle ai modelli tecnologici e operativi che più interessano in Italia.